Automotive, 8 aziende su 10 guardano con fiducia all’auto elettrica
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Roma, 13 dic. (askanews) – In Italia, 8 aziende automotive su 10 guardano con fiducia all’auto elettrica, ma chi vuole assumere non trova i profili adatti. E’ quanto emerge dall’analisi presentata al ministero delle Imprese e del Made in Italy dall’Osservatorio TEA, nell’ambito dell’evento “Presente e futuro della filiera automotive italiana”, come spiega il direttore dell’Osservatorio il professor Francesco Zirpoli:”Il rapporto mette in evidenza diversi punti. Il primo è relativo a come la filiera italiana si posiziona dal punto di vista delle competenze, rispetto alla transizione. Emerge in modo abbastanza sorprendente che il imprese italiane sono sostanzialmente pronte dal punto di vista delle loro aspettative, tanto è vero che la stragrande maggioranza si dichiara o per niente impattata, o positivamente impattata, diciamo oltre l’80%. Emerge però anche una crisi di mercato, chiaramente esiste un deficit in termini di sviluppo della produzione in Italia anche di crescita del mercato che nel futuro sarà verosimilmente elettrico e allo stesso tempo c’è un problema delle imprese, che viene in modo molto netto segnalato, a reclutare sia personale giovane, di talento, sia personale esperto sulla nuove linee. Da approfondimenti che noi abbiamo fatto su questo tema emerge che non c’è un problema tanto di formazione che pure esiste per esempio dal lato delle università, ma piuttosto un problema di attrattività e l’attrattività deve essere necessariamente favorita da politiche che posizionino l’Italia in una posizione confrontabile con gli altri grandi paesi europei che invece questi talenti riescono ad attrarli”.Per questo bisogna intervenire sul Fondo automotive che ha una dotazione complessiva di 8,7 miliardi, di cui 2,7 miliardi dedicati alla domanda e gli altri 6 miliardi all’offerta. come spiega il segretario generale di Motus E, Francesco Naso: “Bisogna velocemente direzionare i 6 miliardi all’offerta alla manifattura e all’industria per trasformarsi e per riuscire ad attrarre nuovi produttori qua sul suolo italiano. Attraverso il lavoro dell’Osservatorio che oggi presentiamo stiamo proprio cercando di mettere a disposizione uno strumento per direzionare e aiutare le istituzioni e le imprese a direzionare questa trasformazione; dall’altro ovviamente c’è tutto il tema della domanda dove purtroppo gli incentivi stanno risultando poco efficaci perché vanno aggiustati. Il ministero di è detto più volte disponibile, sta lavorando sulla rimodulazione di questi incentivi, soprattutto sull’eliminazione del cup e sulla rimodulazione proprio degli incentivi unitari che vanno alle auto a zero emissioni, che scontano una tecnologia ancora più nuova. Però il lavoro è in corso, il problema è che dobbiamo un po’ sbrigarci perché il 2024 è domani e il mercato del 2024 aspetta di capire come verranno rimodulati gli incentivi, quindi questo è un modo per entrare ancor più in contatto con il ministero che ha supportato il lavoro dell’Osservatorio, per poterli aiutare a mettere a terra tutti questi fondi”.La maggioranza assoluta delle aziende, ovvero il 55,5%, prevede un impatto nullo sul numero dei propri dipendenti e quasi un’impresa su 3, il 27,7%, si dice convinta di poter aumentare i livelli occupazionali, proprio in virtù della trasformazione in atto, che vede nell’elettrificazione del powertrain il suo elemento centrale.

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